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no esoneroLa questione "ore", che adesso è all'attenzione di tutti (palese la riduzione; come palese è una nuova impostazione del sostegno, che probabilmente vedrà "altra figura" rispetto a quella del docente, considerata la separazione delle carriere fortemente voluta dalle Federazioni,
accolta "anche" dal Governo uscente e guardata con estrema simpatia da chi pensa di assicurarsi un posto di lavoro), è sicuramente importante.
Innegabile.
Come non essere d'accordo?

Ma prima ancora della questione ore, che si sostanzia da un lato nel "garantire posti di lavoro" e nell'altro nel "contribuire a garantire l'esercizio del diritto allo studio dell'alunno con disabilità", vi è la questione correlata all'esercizio di questo diritto, decisamente compromesso dalla impostazione del nuovo PEI (impostazione che non è ascrivibile in alcun modo alla pedagogia speciale e non è neppure assimilabile ad una prospettiva inclusiva).

La questione riguarda:
- l'adozione dell'ESONERO,
- la 'possibilità' di riduzione dell'orario scolastico,
- la evidente 'possibilità' di 'portare l'alunno fuori dalla classe', allontanandolo dai compagni

[p.s. per chi avesse dubbi al riguardo, considero gli interventi individualizzati importanti, proprio perchè "interventi individualizzati"; ma chi lavora nella scuola sa bene a che cosa mi riferisco... avendo preso visione direttamente delle storture delle "cattive prassi".
Qui l'impostazione lascia intendere altro, anche se posso intuire che forse non si voleva dare il "via libera" al "fuori tutti" dalla classe, ma potrebbe, in virtù di prassi consolidate, essere ritenuta una "sorta di licenza" per procedere in tal senso. Mi si consenta il termine, cortesemente; serve solo per rendere l'immagine].

In sintesi: la preoccupazione delle ore diviene davvero secondaria rispetto a un impianto che, di fatto, nega la persona, nega le capacità e le potenzialità della persona (propria dell'impostazione culturale sottesa a ICF);

e negandole si pone alla disperata ricerca del dover/poter catalogare in stretti confini;

confini molto più orientati a reintrodurre una vecchia, triste e infelice espressione: "non è scolarizzabile".

Di questo, dobbiamo preoccuparci.
Di questo, personalmente, mi preoccupo.
I pedagogisti devono far sentire la loro autorevole voce. Il silenzio, in questo momento, disorienta.

Evelina Chiocca



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